Il contratto di locazione abitativa agevolata, detto anche affitto a canone concordato, è una tipologia di contratto locazione introdotta a fine anni ’90.
E’ possibile stipulare questa modalità di contratto sulle abitazioni presenti in comuni ad alta densità abitativa (i numeri li definiremo più avanti) che abbiano stipulato una convenzione con le associazioni di categoria, ovvero un comune dove l’associazione sindacale dei proprietari di casa e quella degli inquilini si siano seduti ad un tavolo assieme ad alcuni organi del comune ed abbiano stabilito un accordo.
Un accordo su cosa? Sul prezzo di affitto, naturalmente! Che viene calcolato in base a: grandezza dell’immobile, stato di manutenzione, prestazione energetica (eccoti anche il nostro articolo sull’APE, attestato di prestazione energetica), zona della città, presenza di ascensore e porta blindata, mobilio, doppi servizi, durata del contratto… e tanti altri parametri, che messi insieme portano ad un prezzo preciso, stabilito e quindi ad un prezzo più basso di quello del mercato, da qui infatti il termine “agevolato”.
Prima di elencarvi i vantaggi di questa forma di affitto, eccovi le piccole semplici “regole” per cui differisce dal contratto classico:
- per comuni ad alta tensione abitativa si intende tutti i comuni presenti nell’elenco del Cipe (capoluoghi di provincia, molti centri di medie dimensioni e i Comuni limitrofi a Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia)
- la durata minima del contratto è di 3 anni, rinnovabile almeno per ulteriori 2 anni; non è quindi adatto a locazioni brevi, mentre invece è ottimale per gli studenti!
- anche i box auto ed altre pertinenze possono essere comprese nella locazione concordata, ma solo se legate all’abitazione
- si può applicare l’opzione cedolare secca anche a questo tipo di contratto, fermo restando tutte le regole della cedolare secca (applicabile solo a contratti privato-privato e non azienda-privato)
Ma perché un proprietario ed un inquilino dovrebbero scegliere un contratto di locazione agevolato? Ma soprattutto vi starete chiedendo “cosa ci guadagna il proprietario di casa a prendere un affitto più basso?”.
Beh, ci sarà un motivo se a Grosseto addirittura il 90% del totale dei contratti d’affitto è agevolato, e a Firenze più del 50%, a Bologna il 44%, a Roma il 32%, e prende sempre più piede in tutta Italia!
Ecco cosa ci guadagna il proprietario di casa, a seconda che scelga il contratto agevolato con cedolare secca o senza:
- In opzione non cedolare secca: l’imponibile irpef (cioè la parte del canone che va dichiarata sul 730 o sul CUD) viene abbassata dall’85% al 66,5%!
Un esempio: su un canone di locazione di 4800 euro all’anno (400 euro/mese), l’imponibile scende da 4080 euro a 3192 euro, con una differenza di 888 euro.
Inoltre l’imposta di registrazione (che proprietario e inquilino devono di norma pagare metà per uno) è abbassata dal 2% all’1,4% annuo sul valore del canone. - In opzione con cedolare secca: anziché l’irpef sul 730, l’aliquota unica è ridotta dal 21% al 10%, ovviamente calcolato in base ai vostri dati personali, ma certamente un risparmio più che notevole!
- Un ulteriore sgravo fiscale opzionale: i comuni possono (non sono obbligati: consultate il vostro comune) stabilire aliquote più basse per l’IMU o maggiori detrazioni. Il governo dispone che i comuni possono portare al 4 per mille l’aliquota IMU per queste abitazioni, che diversamente sarebbero soggette alla fascia compresa tra il 7,6 e il 10,6 per mille delle seconde case.
I vantaggi dell’inquilino sono molto più semplici da “spiegare” e immediati: pagare meno l’affitto per la stessa casa
Per conoscere le procedure da seguire, comunque semplici, chiedete informazioni al vostro agente immobiliare professionista di fiducia: saprà sicuramente spiegarvi tutto nel dettaglio del vostro comune e indicarvi la soluzione migliore per voi, sia che siate inquilini o proprietari di casa!
Greta Solinas